Dopo Madagascar (2008) e Burundi (2012) siamo arrivati a celebrare i 10 anni di presenza della Comunità della Missione di don Bosco in Haiti.
Dobbiamo risalire all’aprile del 2007 per ricordare la venuta di don Adriano Bregolin, vicario del Rettor Maggiore dei Salesiani, a Bologna. Passando nella sala convegni dell’Istituto Salesiano, dove avevamo sistemato un cartellone con un planisfero con le relative presenze della CMB nel Mondo, Don Adriano si fermò e fece la battuta, indicando la posizione di Haiti, senza che noi l’avessimo riportata: “…ma qui manca qualcosa!”
Seguì poi una seria riflessione con lo stesso don Adriano sulla reale possibilità di aprire una presenza in Haiti.., eravamo stupiti ma anche pieni di gioia per quella idea; abbiamo poi aspettato fino al gennaio del 2010. In quella particolare occasione ero in classe, mi mandarono a chiamare perché qualcuno voleva parlarmi. Era don Adriano, mi annunciava che il Consiglio Generale dei Salesiani, con in primis il Rettor Maggiore, don Pascual Chavez Villanueva, aveva accolto ufficialmente nella Famiglia Salesiana la CMB, come ventottesimo gruppo.
Nella stessa telefonata Don Adriano mi aveva invitato ad accompagnarlo in Haiti, dopo il terremoto di poche settimane prima. Una doppia, grande, profonda emozione: accolti nella Famiglia Salesiana e partenza per Haiti.
Molte persone si sono succedute dopo Marco Zacchini e me nell’isola caraibica, alcune per brevi periodi, altre per due e più anni. L’aspetto che ritengo fondamentale è che tutta la Comunità ha partecipato nelle persone che furono inviate in quattro piccole spedizioni per un primo aiuto, nell’immediato dopo-terremoto, ai salesiani e alla gente. Furono mandati, infatti, italiani, malgasci e argentini.